Mi rigenero con una velocità impressionante. Perdono e dimentico, sono sempre pronta a dare la seconda e anche la terza possibilità, ogni volta come se mai nulla fosse successo.
Credo alla buona fede degli altri, quasi tutti gli altri, perché io non sono mai in cattiva fede. Non mento, tranne rarissimi casi (e ne soffro sempre; in alcuni casi pago anche).
Le ferite su di me durano poco, dove "poco" significa tre giorni o tre mesi, o sei mesi. Una sola ferita mi è rimasta, incisa nel corpo, a mostrare che i sentimenti modificano la materia nostra più innegabile, quella che sentiamo tutti i giorni da quando ci svegliamo a quando andiamo a dormire.
Io rinasco, dunque. Eppure il passato non si cancella. Ne restano i segni, sparsi nel tempo, dormienti nella maggior parte dei casi. Alcune volte queste tracce prendono vita dal nulla e ricominciano ad agitarsi. Provocano piccole catastrofi. Grandi turbamenti.
Tutto ciò che nascondiamo prima o poi ha la possibilità di venire a galla, ogni omissione, ogni piccola bugia, ogni alterazione quasi impercettibile della verità. Le cose sospese, prima o poi, generalmente cadono.